Poesia - Critica
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Alessandro Marziani, nato ad Aosta nel 1969, è un cantautore
pluripremiato in manifestazioni canore (anche internazionali), alla sua opera prima con questo libro,
che si potrebbe definire il resoconto in versi di un amore concluso. Adottando un linguaggio
naïve che privilegia cadenze ritmiche e assonanze, il giovane poeta non ignora, con felici intuizioni,
la fragilità del sogno nell'ambito della odierna problematica esistenziale.
Alessandro Marziani è un giovane cantautore piemontese, ma con il blasone solare, per via dei genitori, della passionalità mediterranea, che va ora affermandosi. Lo testimoniano l'essersi classificato primo tra i numerosi partecipanti all' Eurofestival Canoro Cantainverno di Messina nel 1994 con la composizione Silenzio, nonché le successive partecipazioni ad altre manifestazioni nazionali: al teatro Mercadante di Napoli, ad esempio, ha meritato il premio di riconoscimento Partenope, in occasione di un Festival internazionale della canzone; a Castrocaro Terme negli anni 1995 e 1996 ha superato le preselezioni voci nuove. Alcuni servizi, inoltre, sono stati registrati sia dal Tg 3 della Valle D'Aosta, dove l'autore risiede, sia da emittenti televisive private.
Com'è noto, è nell'ottica tipica del cantautore privilegiare le modulazioni, il tono, il ritmo musicale alle parole che costituiscono solitamente l'occasione ovvero lo stimolo all'ispirazione. Tuttavia non mancano esempi illustri, da Gaber a Bindi a Dalla, in cui un'attenta e severa selezione mediata del testo scritto rivela, oltre allo stile personale, una certa maturità di linguaggio. E così, seppure più raramente, è accaduto alla classica canzone melodica. E' di questi giorni la rivalutazione, ad esempio, del compositore Francesco Paolo Tosti del primo Novecento, per tanti anni bistrattato e ignorato, relegato ai margini della musica melense e romantica dai critici; il quale, oltretutto, aveva posto in musica testi di poeti del livello di Stecchetti, Di Giacomo, D'Annunzio, ecc., ed ora riconosciuto quale maestro di fascinose modulazioni ottenute con mezzi semplici e indovinati, un inventore di melodie originali e felicissime.
In tal senso, la scrittura di Alessandro Marziani deve essere intesa anche quale legittima mediazione al suo intendimento di farsi strada nel mondo non facile della ribalta. Egli stesso afferma che fin da bambino era dedito ad ascoltare musica per ore intere; e tuttavia, oltre alle consuete occasioni quotidiane, alle intense emozioni, alle memorie, alle angosce, ove iol componimento spontaneo e appassionato dell'esordiente ignora con naturalezza moduli ed istanze estetiche, non mancano quei testi che rivelano – animati come sono dalla odierna problematica esistenziale, dalla consapevolezza della caducità delle umane illusioni – una autentica vocazione poetica, e comunque quella cadenza interiore, da cui sono mosse e che non poteva certo mancare ad un cantautore.
Guido Miano
Premessa
Come potremmo vivere senza poeti? L'umanità ne ha sempre immensa necessità, come ha perenne urgenza di profeti, come è assetata di persone che dirigano rettamente l'arengo politico. Ma ieri, come diceva il padre Dante, poeti veri e cesari integerrimi mancavano all'appello. Lui soltanto si sentiva chiamato nel gran deserto della poesia. E oggi? Certo, ci sono voci autentiche, ed Erato freme sempre di gioia, vedendo la sua eletta schiera di seguaci; ma molte volte la lirica è divenuta stillicidio di sentimenti estenuati o singulto involuto di sogni mostruosi. Sì, abbiamo bisogno di poeti, ma le loro voci ci cantino canzoni di conforto e profumino i deserti della vita,sbocciando come prodigi nella terra desolata. Per questo, saluto con trepida speranza la nuova voce del giovane poeta Alessandro Marziani: la nascita di un poeta è un annuncio gioioso che reca conforto all'umanità anche perché il messaggio di ognuno, pur ripetendo l'eterno unico libro scritto dall'uomo, ne illustra sempre nuove parti, generando combinazioni di rinnovati sogni. Ecco, la lirica di A. Marziani ha le caratteristiche di un canto nuovo, i contorni di una melopea, la profondità del canto. Appare subito alla prima lettura questa scaturigine della poesia
dalla musica: la lunghezza del verso, la cantabilità delle sillabe, la ricerca di rime ed assonanze, fatta con naturalezza, senza affettazione, costituiscono la cifra stilistica del poeta Marziani. Al lettore non resta che lasciarsi cullare e trasportare. Ma dove? E qui ho modo di parlare del suo mondo poetico: ebbene, ditemi quale angolo recondito del cuore è stato lasciato da parte dal canto del poeta Alessandro? Io non ne trovo nessuno, anzi, mi ritrovo con la mia umanità nell'esperienza del giovane cantore, pur essendo di molti anni più anziano di lui. Questo è indizio sicuro di poesia: per me poeta è chi si mette in ascolto di tutti, anche quando ascolta il suo io interiore o la sua esperienza umana. Ancora una
annotazione. Alessandro Marziani deve la visione del mondo ad un felice connubio di radici napoletano-abruzzesi e vita vissuta nel Nord, tra Torino e Aosta. Il suo canto è solare come il mare di Napoli e forte come la terra d'Abruzzo; struggente come certe brumose giornate torinesi, talora alternate a tersi cieli primaverili o estivi, e possente come le cime alpine. Perciò termino con le sue parole:
Nubi
disegni del mondo
miliardi di nubi da quel giorno in poi.
Rinnovamento.
Giovinezza.
Antichità.
Lì dove guardo l'azzurro del cielo
...forse domani ci sarà una nube.
E come sarà?
Devo interrompere queste parole,
prima di prendere il via, senza fine.
Recensione a cura di:
Sandro Di Tommaso, docente di materie letterarie, membro del Comitato Scientifico della Fondazione N. Sapegno.
Dedicato a chi sa vivere questo mio vivere;
a chi da sempre, senza invadenza, mi osserva col cuore
ed ha capito che non serve parlare.
Alla vita, ai suoi colori;
alle realtà e ai miraggi.
Dedicato a quel Qualcuno o a quel Qualcosa...
che fa atterrare piano la Poesia,
la fa impigliare sopra le mie ciglia,
e mi ha donato gli occhi giusti per vederla.
Alessandro Marziani